Tra libertà e ricchezza, interessi e idealità. La democrazia è fatica
Massimo Gaggini 21 Novembre 2023
Democrazia è fatica, e lo è di più quando, in nome del diritto di ognuno di esprimere le proprie idee, occorre sopportare manifestazioni dove si legittima la violenza di Hamas. Si rende evidente che l’antisemitismo non è mai stato debellato, e quotidianamente assistiamo al triste spettacolo dell’antioccidentalismo mascherato da pacifintismo, basato sul fondamentalismo religioso islamico, sul putinismo che l’Ucraina dovrebbe subire e sulla rassegnazione di Israele alla sua non esistenza.

La democrazia è fatica, ma contiene l’anticorpo per sconfiggere tutto questo, così come la politica. La politica rappresenta interessi e idealità. Se si riduce ai primi diventa lobbismo, perdendo l’orizzonte del cambiamento e dell’evoluzione. Se si limita alla seconda, diventa settarismo e sfocia nel misticismo.

Rappresentare interessi significa scegliere quali far prevalere per orientarsi verso il modello di società desiderato. Rappresentare idealità significa avere una chiara visione di futuro con cui selezionare gli interessi da favorire e quelli da trasformare.

È così che si alimenta l’inossidabile connubio tra libertà e ricchezza. Il nostro occidente è ricco perché è libero, non viceversa. Ogni volta che si ostacola la libertà, si riduce la ricchezza, e quando si cerca di punire quest’ultima, si limita la libertà.

Il punto di equilibrio non è iscritto da nessuna parte, va semplicemente trovato, ed è il prezzo e la fatica della democrazia. La politica smette di essere l’anticorpo quando si trasforma in virus, e la democrazia diventa votocrazia, perdendo l’anima e diventando indistinguibile dai sistemi dispotici in cui si vota, ma solo dopo aver neutralizzato gli avversari.

La democrazia non è solo il votare, ma il poterlo fare liberamente in uno stato di diritto in cui la giustizia non dipende da chi governa, in cui c’è libertà di parola e d’intrapresa, e in cui chi perde le elezioni mantiene il diritto di opporsi. Votare senza stato di diritto non è democrazia, ma una funesta pagliacciata.

Chi sostiene, come soluzione al conflitto Arabo-Israeliano, la nascita di uno stato palestinese, deve riconoscere che senza l’affermazione dello stato di diritto da parte palestinese, sarà una soluzione inefficace che non risolverà i problemi di sicurezza e autodeterminazione per Israele.