Quando uno o più esponenti politici credono talmente in una determinata battaglia da rischiare l’impopolarità e di non essere compresi pertanto dall’opinione pubblica, si meritano sempre rispetto, qualunque sia la battaglia, perché c’è la buona fede, e pure il coraggio.

Quei rappresentanti di LeU, Pd, +Europa e, purtroppo, Forza Italia, che sono saliti sulla Sea Watch, la nave con i 47 migranti ferma al largo di Siracusa, non hanno certamente compiuto un’azione attesa e desiderata dalla maggioranza degli italiani. Maggioranza che, ed è bene sottolinearlo, non odia nessuno, è del tutto priva di un DNA razzista, non è diventata improvvisamente disumana dopo le ultime elezioni politiche, ma pretende delle regole e rimane sbigottita di fronte a quei settori della politica che paiono preoccuparsi di più per chi arriva da fuori che per coloro i quali vivono da sempre in Italia, come i terremotati innevati di Amatrice. Ma nelle facce falsamente affrante di Martina e Orfini, non c’è quella nobiltà dell’andare controcorrente perché si crede davvero in qualcosa e si vuole tentare di dimostrare che il sentimento maggioritario non è quello giusto. Di vero vi è solo l’estrema debolezza di un’opposizione di sinistra, Pd ed altri cespugli, che, a corto di argomenti utili a mettere in difficoltà il Governo, prova a cavalcare le onde del mare sino a giungere alla Sea Watch, al fine di presentare al Paese un certificato di esistenza in vita. In ogni caso, le passerelle mediatiche e le basse strumentalizzazioni della sinistra non sono un fenomeno inedito e siamo vaccinati per questo.

Senza dubbio era meno prevedibile un comportamento simile da parte di Forza Italia che, attraverso Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, si è accodata a Martina e Fratoianni. Anche gli azzurri, come il Pd, devono inventarsi qualcosa per non scomparire dai media, ma cribbio, per dirla alla Silvio, scelgano altri argomenti, altrimenti scompariranno presto dai desideri di quei pochi elettori forzisti rimasti. Invece di parlare di economia e di riforme, i temi non mancano di certo, Forza Italia attira l’attenzione su di sé, schierandosi non solo e non tanto con Pd e LeU, ma appiattendosi su una posizione nettamente detestata dalla massa e dalla quasi totalità degli elettori forzisti, ex ed attuali. Forse il sacrificio, si fa per dire, dei parlamentari Pd e LeU può anche piacere a qualche compagno di base orfano delle cause sbagliate, ma la passerella di Stefania Prestigiacomo sulla Sea Watch può solo irritare ancor più quell’elettorato, già piuttosto smarrito ed arrabbiato, che un tempo votava compatto per Silvio Berlusconi e il centrodestra.

Un elettorato che magari sosterrebbe anche qualcosa di diverso dalla Lega e non vorrebbe nemmeno morire salviniano, ma che sull’immigrazione clandestina la pensa esattamente come il ministro dell’interno. La scarsa lucidità dell’attuale Forza Italia sta trasformando in leghisti gran parte degli elettori del vecchio centrodestra, anche del Sud Italia. Esiste una questione di fondo attorno alla vicenda Sea Watch, così come su altri casi simili, già successi o che potrebbero ancora capitare prossimamente e non serve nemmeno essere leghisti sfegatati per comprenderla. Che non ci arrivino e soprattutto non ci vogliano arrivare, per strumentalizzazione politica, Martina e Orfini, possiamo capirlo, ma che ci si metta anche Berlusconi, questo lascia davvero basiti. Navi come la Sea Watch, che entrano volutamente in acque italiane, ignorando peraltro precisi ordini di fare il contrario, rappresentano un ricatto politico bello e buono, orchestrato in maniera piuttosto evidente da chi ha interesse che l’Italia continui a rappresentare il ventre molle d’Europa e a non privilegiare un’immigrazione controllata, legale e di qualità. Per qualcuno non deve esistere in Italia l’impostazione che caratterizza i principali Paesi civili del mondo come Australia, Canada e Stati Uniti d’America. Gli ingredienti del ricatto ci sono tutti, dalla presenza mediaticamente enfatizzata di minori, quando poi le telecamere, chissà perché, riescono a riprendere solo ventenni o trentenni, al numero esiguo di persone da sbarcare. Se ci avete fatto caso, non giungono più barconi carichi di centinaia di persone, ma grosse navi con solo 40 o 50 individui. Ciò permette di dire: “Cosa volete che siano 40 persone? Non è un’invasione e se Salvini non li accoglie, è perché è razzista e cattivo”. Il numero dei passeggeri della Sea Watch non sarebbe un problema, caro Silvio Berlusconi, se la gestione dell’immigrazione clandestina in Italia fosse stata sin qui oculata, ma siccome è vero il contrario, non si può e non si deve cedere allo sbarco di questi 47 clandestini, perché significherebbe dare modo ad altre Sea Watch di imporre nuovi ricatti all’Italia e vanificare il tentativo di cambiare approccio in tema di immigrazione.
art. di Roberto Perna da Atlantico